Eravamo quattro amici al bar

“Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla.” (Martin Luther King)

“Eravamo quattro amici al bar, uno si è impiegato in una banca”…

Così citava una nota canzone di Gino Paoli nel 1991, da allora il sistema bancario è cambiato molto, cambiamento ancora in corso e che difficilmente si arresterà.

Questa evoluzione è stata guidata da diversi fattori, tra cui la digitalizzazione, la globalizzazione, i cambiamenti normativi e l’evoluzione delle esigenze dei clienti.

Uno degli sviluppi più rilevanti è stato l’emergere delle banche reti e della consulenza finanziaria indipendente, che hanno portato a una maggiore personalizzazione dei servizi e a un approccio più orientato al cliente.

Negli anni ’90, il sistema bancario tradizionale era caratterizzato da un modello di business incentrato sulle filiali fisiche e sulla fornitura di servizi finanziari standardizzati. Le banche erano principalmente focalizzate sulla raccolta di depositi e sulla concessione di prestiti, con una struttura organizzativa gerarchica e poco flessibile. I clienti avevano poche alternative e si affidavano principalmente alle proprie banche per tutte le loro esigenze finanziarie.

Con l’avvento della digitalizzazione, le banche hanno iniziato a implementare nuove tecnologie per migliorare l’efficienza operativa e l’esperienza del cliente.

Internet banking e mobile banking hanno permesso ai clienti di accedere ai propri conti e di effettuare transazioni in modo più rapido e conveniente. Questo ha ridotto la necessità di visitare le filiali fisiche e ha portato a una diminuzione del numero di filiali.

cambiamento

Variazione numero delle Banche, sportelli e dipendenti del sistema bancario dal 1998 al 2022

 

Parallelamente, la globalizzazione ha aperto nuovi mercati e ha intensificato la concorrenza tra le banche a livello internazionale. Le istituzioni finanziarie hanno dovuto adattarsi a un ambiente sempre più competitivo, offrendo prodotti e servizi più diversificati e innovativi.

Negli ultimi due decenni, le banche reti sono diventate sempre più popolari.

Queste istituzioni si basano su una rete di consulenti finanziari a partita iva iscritti all’Albo Nazionale che offrono servizi personalizzati ai clienti, improntati sull’unicità, professionalità e la continuità relazionale.

A differenza delle banche tradizionali, le banche reti non si concentrano solo sulla raccolta di depositi e sulla concessione di prestiti a privati, ma offrono una gamma completa di servizi di consulenza finanziaria, inclusi investimenti, consulenza assicurativa, pianificazione patrimoniale e gestione del rischio.

Un altro sviluppo è stato l’aumento della consulenza finanziaria indipendente, realtà che è partita più tardi in Italia e che sta crescendo, ma che vede ancora percentuali più contenute rispetto alle banche reti.

I consulenti finanziari indipendenti sono professionisti che offrono consigli e servizi finanziari senza essere legati a una specifica istituzione finanziaria.

Il cliente di fatto rimane cliente della stessa banca in cui ha il rapporto, ma viene “consigliato” a sottoscrivere strumenti di investimento spesso diversi da quelli proposti dal gestore della banca, il tutto dietro un compenso a parcella, un costo percentuale sul portafoglio del cliente.

Questo modello di servizio si basa sulla trasparenza e sull’assenza di conflitti di interesse, in quanto i consulenti non sono incentivati a vendere prodotti specifici, ma a fornire consigli imparziali e personalizzati. La loro attività viene svolta sia in presenza che attraverso canali di contatto on line.

Affidarsi a un consulente finanziario iscritto all’albo nazionale offre numerosi vantaggi.

Innanzitutto, i consulenti forniscono un servizio personalizzato, basato sulle esigenze specifiche di ciascun cliente. Questo permette di sviluppare strategie di investimento su misura e di ottenere una pianificazione patrimoniale più efficace.

In Europa, il sistema bancario ha subito una significativa trasformazione negli ultimi anni. Le normative europee, come la MiFID II (Markets in Financial Instruments Directive), hanno promosso la trasparenza e la protezione dei consumatori, favorendo lo sviluppo della consulenza finanziaria indipendente. Le banche tradizionali hanno dovuto adattarsi a queste nuove regolamentazioni, offrendo servizi più orientati al cliente e investendo nella digitalizzazione.

Negli Stati Uniti, il sistema bancario ha seguito un percorso simile. Le normative, come il Dodd-Frank Act, hanno introdotto nuove regole per aumentare la trasparenza e la protezione dei consumatori.

L’evoluzione del sistema bancario negli ultimi trent’anni ha portato così ad un cambiamento significativo nel modo in cui vengono forniti i servizi finanziari. Le banche reti e la consulenza finanziaria indipendente rappresentano una risposta alle nuove esigenze dei clienti, offrendo un servizio più personalizzato, trasparente e orientato al cliente, nel luogo scelto dal cliente stesso e nell’orario a lui più congeniale, senza code, senza attese. Un servizio professionale taylor made.

Vi ricordate quando è partita Amazon? L’idea di avere direttamente a casa un libro acquistato era un’enorme novità e da lì ha preso piede l’e-commerce così come oggi lo conosciamo. Lo scetticismo iniziale si è trasformato in praticità e comodità di utilizzo ed oggi l’idea di non avere più Amazon e i suoi servizi risulterebbe impensabile.

I dati dimostrano che questo modello di servizio sta registrando una crescita significativa, sia in Europa che in America, e rappresenta una delle principali tendenze nel settore finanziario.

Affidarsi a un consulente finanziario iscritto all’albo nazionale offre quindi numerosi vantaggi e permette di ottenere una gestione più efficace e sicura del proprio patrimonio.

Personalmente sono entrato nel mondo bancario a 24 anni e in questi 20 anni ho ricoperto tutti i ruoli della filiale tradizionale diventando poi gestore imprese e analista, e deliberante crediti per alcune delle principali realtà bancarie Nazionali.

All’inizio della mia carriera ero convinto che la figura del direttore di filiale fosse un punto di arrivo, poi mi sono accorto che forse lo era, per qualcuno, ma non per me, io l’ho visto come una ripartenza.

Ho sempre idealizzato un modello di servizio fatto da persone al servizio delle persone, un ruolo che potesse dare un valore aggiunto a quelli che incontravo, fosse anche un giusto consiglio ed un supporto in un momento delicato della loro vita senza dover vendere prodotti standardizzati “calati dall’alto”, ma qualcosa che fosse utile per il cliente e per i suoi obiettivi.

Nella banca tradizionale, cosi “imbrigliata” nelle sue dinamiche non riuscivo a farlo, ho deciso quindi che dovevo cambiare verso una professione che me lo consentisse, da qui l’arrivo alla consulenza finanziaria come l’apice di un percorso formativo durato la metà della mia vita lavorativa.

Oggi posso dire di aver trovato quella dimensione ideale che mi consente di essere utile ai miei clienti in un modello di servizio che fa della centralità del cliente non uno slogan ma il cuore pulsante della propria attività e che ogni cliente, a mio avviso, dovrebbe provare.

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