“Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.” (Seneca)
Il 58° Rapporto Censis 2024 uscito a Dicembre traccia un quadro complesso della situazione sociale ed economica italiana. L’analisi evidenzia un Paese bloccato in una condizione di stallo, una sorta di “sindrome italiana” in cui si alternano fasi di apparente stabilità, senza crolli drastici ma anche senza progressi significativi. La stagnazione si riflette in molti ambiti: dal reddito delle famiglie all’erosione del ceto medio, fino alle preoccupanti carenze di competenze culturali e professionali.
Sindrome Italiana e Crisi del Ceto Medio
Il rapporto introduce il concetto di “sindrome italiana”, descrivendo una condizione di “continuità nella medietà” in cui il Paese sembra intrappolato: né crolli significativi durante le fasi recessive, né slanci notevoli nei periodi di crescita. Questa stagnazione ha portato a un’erosione del ceto medio, con i redditi disponibili lordi pro capite diminuiti del 7%negli ultimi vent’anni. Tale situazione alimenta sentimenti di sfiducia verso le istituzioni democratiche e l’Unione Europea, con il 68,5% degli italiani che ritiene che le democrazie liberali non funzionino più e il 71,4% che considera l’UE un’entità inutile o dannosa.
Ignoranza Diffusa e Sistema Educativo
Il rapporto denuncia una diffusa mancanza di conoscenze di basetra la popolazione. Ad esempio, il 19% degli italiani crede erroneamente che Giuseppe Mazzini sia stato un politico della Prima Repubblica, mentre il 32% attribuisce gli affreschi della Cappella Sistina a Giotto o Leonardo da Vinci, anziché a Michelangelo. Questa “fabbrica degli ignoranti” evidenzia le carenze del sistema educativo nel trasmettere conoscenze fondamentali.
Occupazione e Disparità Economiche
Nonostante un aumento dell’occupazione, con un tasso di occupati superiore del 3,8% rispetto al 2007, il reddito disponibile lordo è in calo, indicando che molti dei nuovi posti di lavoro sono precari o mal retribuiti. Inoltre, il 45,7% delle famiglie ha dichiarato un aumento dei consumi nel 2024 rispetto all’anno precedente, ma il 54,6% ha visto diminuire i propri risparmi, evidenziando una crescente precarietà economica.
Sfide Demografiche e Identitarie
L’Italia sta affrontando una mutazione morfologica significativa, con un aumento del 112% nelle acquisizioni di cittadinanza negli ultimi dieci anni, posizionandosi al primo posto in Europa per numero di nuove cittadinanze concesse. Questo cambiamento demografico solleva interrogativi sulla capacità del Paese di integrare efficacemente i nuovi cittadini e gestire le sfide identitarie emergenti.
Carenza di Competenze Professionali
Il mercato del lavoro italiano evidenzia una crescente difficoltà nel reperire figure professionali qualificate. Nel 2023, il 45,1% delle assunzioni previste dalle imprese ha incontrato difficoltà di reperimento, con un aumento significativo rispetto al 21,5% del 2017. Professioni tecniche e specializzate, come infermieri, elettricisti e idraulici, risultano particolarmente carenti, indicando una disconnessione tra offerta formativa e domanda occupazionale.
Consumi Mediatici e Crisi dell’Informazione Tradizionale
L’utilizzo di internet ha raggiunto l’89,1% della popolazione, con una crescita significativa della fruizione di contenuti televisivi tramite dispositivi mobili, passata dall’1% nel 2007 al 33,6% nel 2023. Parallelamente, si registra una continua crisi dei quotidiani cartacei, con una diminuzione dei lettori dal 67% nel 2007 al 22% nel 2023, evidenziando una trasformazione nelle modalità di accesso all’informazione.
L’educazione finanziaria: una via per invertire la rotta
Di fronte a questi scenari, l’educazione finanziaria emerge come uno degli strumenti più efficaci per migliorare la situazione economica e sociale del Paese. Una maggiore cultura finanziaria consentirebbe alle persone di:
– Pianificare il futuro: Nonostante l’incertezza, una buona educazione finanziaria aiuta a costruire strategie di risparmio e investimento di lungo termine, riducendo la paura del domani.
– Proteggere i risparmi: Sapere come diversificare il proprio patrimonio e scegliere gli strumenti finanziari più adatti alle proprie esigenze è fondamentale per evitare di perdere valore nel tempo.
– Affrontare le sfide della precarietà: Anche in presenza di redditi discontinui, una gestione oculata delle finanze può garantire una maggiore serenità economica.
La consulenza finanziaria, in questo contesto, diventa un ponte tra la teoria e la pratica: mentre l’educazione finanziaria fornisce le conoscenze di base, il consulente aiuta a trasformarle in azioni concrete e personalizzate.
Il Rapporto Censis 2024 quindi dipinge un’Italia che ha bisogno di ritrovare fiducia nel futuro, capacità di pianificazione e competenze per affrontare le sfide di un mondo in rapida trasformazione. In questo quadro, l’educazione finanziaria e la consulenza finanziaria non sono solo strumenti di gestione economica, ma leve fondamentali per costruire una società più consapevole, resiliente e capace di guardare con ottimismo ai cambiamenti che verranno.