Il capitale umano

“Abbiamo alzato la posta. Ci siamo giocati tutto, anche il futuro dei nostri figli. Vi vogliamo bene, vi vogliamo vincenti, vi vogliamo felici. Abbiamo fatto tutto questo per il vostro bene, siamo i genitori migliori del mondo. Per voi ci siamo giocati tutto, anche il vostro futuro.” (Dal film ‘Il Capitale Umano’ di Paolo Virzì)

 

L’evoluzione del concetto di capitale umano è stata marcata e significativa, adattandosi ai continui cambiamenti del contesto socio-economico globale. In origine, il termine faceva riferimento all’insieme delle competenze, conoscenze e abilità che permettono alle persone di generare valore economico.

 

Questa visione si è poi ampliata, soprattutto nel settore finanziario, dove il capitale umano è visto come il valore attuale dei guadagni futuri di un individuo lungo l’intero percorso lavorativo.

 

Nel passato, la sicurezza finanziaria e personale si fondava su un solido sistema di welfare e pensionistico che, insieme alla tendenza a mantenere un lavoro stabile per molti anni, consentiva alle persone di risparmiare adeguatamente per il futuro, incluse le spese mediche impreviste. Questo modello era sostenuto da una struttura economica e sociale che favoriva la prevedibilità finanziaria e la stabilità occupazionale.

Tuttavia, il panorama attuale è radicalmente cambiato.

L’erosione dei sistemi di welfare che viviamo sulla nostra pelle quando dobbiamo effettuare una visita o un intervento presso una struttura pubblica, le continue modifiche alle politiche pensionistiche, unitamente a un mercato del lavoro dinamico e incerto, hanno introdotto un livello di volatilità e incertezza finanziaria senza precedenti.

La capacità dei governi di mantenere un adeguato livello di liquidità si è ridotta, mettendo a dura prova le tradizionali reti di sicurezza finanziaria e costringendo le nuove generazioni a ripensare le strategie per garantirsi un futuro economicamente sicuro.

In questo contesto, diventa imperativo adottare un approccio più sofisticato e comprensivo alla gestione del proprio capitale umano.

 

Non si può più fare affidamento esclusivamente sul risparmio come metodo per fronteggiare le avversità future; è essenziale intraprendere una pianificazione finanziaria attenta e strategica che includa protezioni assicurative.

 

Queste ultime giocano un ruolo cruciale nel garantire sostegno economico in caso di eventi avversi come malattia o incapacità lavorativa, preservando il valore finanziario dell’individuo e il patrimonio accumulato.

Parallelamente, l’importanza di una pianificazione pensionistica personalizzata si fa sentire con urgenza in un’era di pensioni pubbliche incerte.

È fondamentale costruire un capitale pensionistico che sia resiliente alle fluttuazioni economiche e capace di sostenere le esigenze future, evitando così di cadere in una situazione di vulnerabilità finanziaria.

L’Italia, come molti altri paesi sviluppati, sta affrontando una significativa sfida demografica caratterizzata da un calo della popolazione e da un invecchiamento crescente dei suoi cittadini.

Il calo demografico in Italia è il risultato di due principali fattori: un tasso di fertilità tra i più bassi al mondo e un aumento dell’aspettativa di vita.

Il tasso di fertilità in Italia è ben al di sotto del livello di sostituzione, situazione che persiste da decenni. Contemporaneamente, l’aspettativa di vita è aumentata, risultato del progresso medico e del miglioramento delle condizioni di vita.

Questa combinazione ha portato a una popolazione che invecchia rapidamente, con una percentuale crescente di individui oltre l’età pensionabile e una diminuzione di quelli in età lavorativa.

L’impatto di queste dinamiche demografiche sul sistema pensionistico italiano è profondo e multiforme. In primo luogo, con una proporzione sempre maggiore di anziani e un numero ridotto di lavoratori, il rapporto tra contribuenti e beneficiari delle pensioni si sta deteriorando.

Questo mette sotto pressione il modello di finanziamento “pay-as-you-go” (PAYG) del sistema pensionistico italiano, in cui i contributi dei lavoratori attuali finanziano le pensioni dei pensionati attuali.

 

Con meno lavoratori a sostenere più pensionati, diventa sempre più difficile mantenere il livello delle prestazioni senza aumentare i contributi o ridurre i benefici.

 

L’aumento dell’aspettativa di vita significa che le persone trascorreranno più tempo in pensione, richiedendo quindi risorse maggiori per garantire loro un sostentamento adeguato.

Questo scenario solleva preoccupazioni sulla sostenibilità a lungo termine del sistema pensionistico, costringendo la classe politica pro tempore a considerare riforme difficili, che possono includere l’aumento dell’età pensionabile, la modifica delle formule per il calcolo delle pensioni o l’introduzione di incentivi per ritardare l’uscita dal mercato del lavoro.

Un ulteriore problema è l’ineguaglianza intergenerazionale che queste tendenze potrebbero acuire.

Le generazioni più giovani, già alle prese con un mercato del lavoro instabile, salari stagnanti e accesso limitato all’abitazione, potrebbero trovarsi a contribuire a un sistema da cui temono di non poter ricevere benefici comparabili a quelli delle generazioni precedenti.

Da qui deriva la necessità di un’attenta pianificazione alla previdenza complementare.

Inoltre, la capacità di adattamento e l’apprendimento continuo si rivelano elementi essenziali.

Nel mercato del lavoro attuale, caratterizzato da rapidi cambiamenti, si pensi ad esempio all’intelligenza artificiale, investire in istruzione e formazione professionale non è solo vantaggioso, ma oggi è necessario per mantenere la competitività e sfruttare le opportunità emergenti.

Altro aspetto importante poi è la diversificazione delle fonti di reddito da intendersi come una strategia prudenziale per minimizzare i rischi finanziari.

Sviluppare più flussi di entrata, sia tramite investimenti, che attraverso l’avvio di altre attività, può offrire una maggiore sicurezza economica e una migliore preparazione alle incertezze future.

La realtà odierna richiede, quindi, un approccio diversificato alla gestione del capitale umano, che superi la mera accumulazione di risparmi per abbracciare una pianificazione finanziaria strategica e proattiva a tutto tondo che lo tuteli, preservi e valorizzi in ogni sua forma.

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