La garanzia sui depositi

Molti risparmiatori si sentono al sicuro lasciando i propri soldi sul conto corrente, convinti che sia la scelta più prudente. In effetti, lo Stato garantisce i depositi, ma fino a che punto? E soprattutto, è davvero la soluzione migliore per proteggere il proprio patrimonio?

In Italia, i depositi bancari sono tutelati dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD), che garantisce fino a 100.000 euro per ogni intestatario e per ogni banca. Questo significa che se hai più conti presso diverse banche, ciascuno è coperto fino a questa soglia.

Alla fine del 2020, erano attivi circa 75,9 milioni di conti correnti, con una leggera diminuzione di 61.000 unità rispetto al 2019.   Considerando che la popolazione italiana è di circa 60 milioni di persone, questo dato indica che molti individui possiedono più di un conto corrente.


Per quanto riguarda la Cassa Depositi e Prestiti (CDP), essa gestisce una parte significativa del risparmio nazionale, principalmente attraverso buoni fruttiferi e libretti postali garantiti dallo Stato.

 

Tuttavia, la CDP non è direttamente responsabile della garanzia dei depositi bancari.

 

In Italia, la protezione dei depositi fino a 100.000 euro per depositante e per banca è assicurata dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD), un consorzio obbligatorio al quale aderiscono tutte le banche italiane, ad eccezione delle banche di credito cooperativo che hanno un proprio fondo di garanzia.

Il FITD è finanziato dalle banche aderenti e interviene in caso di liquidazione coatta amministrativa di una banca, garantendo il rimborso dei depositi fino a 100.000 euro per depositante. Sebbene il FITD non disponga di un fondo precostituito di liquidità, le banche consorziate sono obbligate a fornire le risorse necessarie in caso di intervento. Questo meccanismo di mutua assistenza è progettato per proteggere i depositanti e mantenere la stabilità del sistema bancario.

Quindi, mentre la CDP svolge un ruolo cruciale nel supportare l’economia italiana attraverso la gestione del risparmio postale e il finanziamento di progetti di interesse pubblico, la garanzia dei depositi bancari è assicurata dal FITD, che opera attraverso il contributo delle banche aderenti per proteggere i depositanti fino a 100.000 euro per banca.

 

Cosa rientra nella garanzia?

✔️ Conti correnti

✔️ Conti di deposito

✔️ Certificati di deposito nominativi


Cosa
non è garantito?

Obbligazioni bancarie

Azioni della banca

Fondi comuni e altri strumenti finanziari


Quali rischi si corrono tenendo i soldi sul conto?

Anche se la garanzia esiste, lasciare i risparmi fermi in banca non è sempre la scelta più saggia. I principali rischi sono:

Il fallimento della banca: Se la tua banca dovesse entrare in crisi, il FITD interviene solo fino a 100.000 euro. Se hai depositi superiori, la parte eccedente potrebbe essere persa o soggetta a misure di salvataggio (bail-in).

L’inflazione: Il vero nemico di chi lascia troppa liquidità sul conto. Se l’inflazione è al 3% e il tuo denaro non cresce, ogni anno perdi potere d’acquisto. In dieci anni, 100.000 euro potrebbero valere molto meno.

Rendimenti nulli: I conti correnti tradizionali non offrono interessi significativi, mentre i conti deposito possono offrire tassi migliori, ma con vincoli.

Cosa può fare l’investitore?

Diversificare i depositi: Se hai oltre 100.000 euro, distribuirli su più banche può proteggerti dal rischio di fallimento di un singolo istituto.

 

Valutare investimenti più efficienti:

Fondi obbligazionari o ETF per una crescita moderata

Obbligazioni governative a breve termine per maggiore sicurezza

Piani di accumulo di capitale (PAC) per investire gradualmente in strumenti più redditizi.

Mantenere solo la liquidità necessaria: È utile avere un fondo di emergenza, ma per importi superiori è meglio valutare soluzioni che offrano un rendimento superiore.

Lasciare quindi troppa liquidità sul conto può sembrare sicuro, ma nel lungo periodo è una scelta che fa perdere valore al denaro.

 

La garanzia dello Stato è un’ancora di sicurezza, ma ha limiti e non protegge dal rischio dell’inflazione.

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