“Non è l’uomo che ha troppo poco, ma l’uomo che desidera di più, che è povero.”
Queste parole di Seneca ci ricordano che la percezione di ricchezza e povertà non è semplicemente una misura del conto in banca, ma un riflesso del nostro desiderio interiore e della nostra soddisfazione personale. Ma allora, i soldi danno la felicità? Ce lo chiediamo da sempre e la risposta più banale potrebbe essere che sì, i soldi danno la felicità, ma non è l’averne tanti che ci rende felici quanto l’impatto che questi possono avere sulla nostra vita. Ad alcuni piace accumulare capitali perché di per se l’accumulo crea senso di benessere, ma possono dirsi veramente felici e appagati anche loro? Una cosa certa la sappiamo, i soldi non comprano la salute. Ci sono stati esempi di grandi manager o imprenditori ricchissimi che si sono ammalati e alla fine sono mancati. Ciò che ci rende veramente felici è fare ciò che ci piace e ci fa stare bene e quindi ragionando al contrario occorre trovare ciò che ci appaga. Tendenzialmente il fare ciò che ci fa star bene richiede del tempo, tempo che però abbiamo contingentato perché la giornata è fatta di ventiquattr’ore per tutti, non ci sono deroghe. Chiaramente l’organizzazione della giornata è per ognuno di noi personale, ma la composizione delle ore, più o meno, è la medesima per tutti (dormire, mangiare, lavorare.. c’è chi non mangia, ma comunque recupera poco tempo e si priva di un momento di piacere). Quindi se vogliamo avere più tempo a disposizione per noi, dobbiamo rinunciare a qualcosa. O rinunciamo al sonno, ma fare ciò che ci piace nelle ore notturne può essere un problema e non una grossa soddisfazione, o riduciamo le ore di lavoro, questo però si traduce in un minor introito nelle nostre tasche… quindi, se avessimo un patrimonio che ci consentisse di lavorare meno potremmo dedicare più tempo a fare ciò che ci piace e ci appaga.
Morale: i soldi in se non ci danno la felicità, ma solo la base e la struttura su cui si costruisce la nostra serenità. Ed una persona serena è una persona ragionevolmente felice.
La felicità va a braccetto con il tempo, quello che dedichiamo ai nostri affetti, ai momenti di arricchimento personale come un viaggio, leggere un libro, andare ad un concerto, ad una mostra, al nostro benessere fisico e psicologico. Il tempo e la salute sono il nostro bene più prezioso, scarso in natura, un amplificatore per tutto il resto. Che fare quindi? Sembrerà strano, ma la nostra felicità dipende da una corretta pianificazione del futuro, quella stessa pianificazione che in passato, qualcuno, ha fatto a sua volta per noi, perché potessimo essere oggi un po’ più felici e che noi dobbiamo necessariamente fare per i nostri figli, affinché loro possano essere un po’ più felici di noi.
Concludendo, è chiaro che la felicità non può essere acquistata né accumulata come il denaro. È invece un tessuto delicato di momenti vissuti, di sorrisi condivisi e di esperienze arricchenti. La pianificazione e l’organizzazione sono fondamentali per trovare l’equilibrio giusto fra i doveri e i piaceri della vita. Essere in grado di gestire al meglio il nostro tempo e le nostre risorse economiche, ci permette di costruire una piattaforma stabile da cui lanciarci verso la ricerca della felicità che è, in effetti, una ricerca di armonia. Questo stato di serenità, alimentato sia dalla capacità di accontentarci di ciò che abbiamo sia dall’impegno nel perseguire ciò che desideriamo, è ciò che definiamo felicità vera.
Dobbiamo dunque accogliere la saggezza di chi ci ha preceduto ma anche aver il coraggio di tracciare un cammino che sia nostro, perché ogni individuo ha la propria unica formula di felicità. Alla fine, la ricchezza più grande è conoscere se stessi e capire che il valore della nostra vita non si misura in cifre, ma nella qualità dei legami che intessiamo e nella capacità di assaporare ogni piccolo attimo, consapevoli che la vera felicità è un mosaico composto dalle piccole piastrelle di ogni giorno. La vera ricchezza, quindi, si cela nella semplicità e nell’autenticità del vivere quotidiano, in quella sensazione di pace interiore che si prova quando, al di là di ogni possesso materiale, ci si sente pienamente realizzati e uniti alle persone e al mondo che ci circonda.