La gestione separata

Spesso, stanchi di avere proposte più disparate dalla banca, dopo l’ennesima delusione legata al rendimento di un prodotto di investimento che ha disatteso le aspettative, vuoi per lo scarso rendimento, vuoi per le commissioni di collocamento, la banca ci propone un prodotto noto come ‘Gestione Separata’, considerato dai più come la panacea di ogni male. Un prodotto che promette di garantire il capitale investito, con un rendimento basso e costante nel tempo. Ma è veramente cosi?

La Gestione Separata è una particolare gestione finanziaria, appositamente creata dalla compagnia assicurativa e venduta, nella maggior parte dei casi, tramite la tradizionale rete bancaria , nella quale vengono investiti i capitali dei Clienti che sottoscrivono una Polizza Vita Tradizionale, la tipologia di prodotti generalmente definita di “Ramo I”.

 

È un patrimonio separato da ogni altro patrimonio della Compagnia: quindi, qualsiasi cosa succeda, nessuno potrà toccare i capitali delle Gestioni Separate. In altre parole, il denaro che le costituisce può essere incassato solo dai Clienti che vi hanno investito.

 

Sulla base delle norme vigenti, il patrimonio della Gestione Separata è investito in titoli (prevalentemente Titoli di Stato e Obbligazioni) che, fino a quando rimangono all’interno della Gestione e non vengono venduti, sono valorizzati al prezzo a cui sono stati inizialmente acquistati (è il cosiddetto criterio di contabilizzazione a “valore storico”).

Già qui viene da porsi la prima domanda: Ma se la gestione sottostante compra titoli di stato, perchè non li posso comprare io direttamente senza dover lasciare alla compagnia parte del rendimento? Visto che si tratta spesso e volentieri di commissioni che incidono dl 30% al 50% del rendimento della gestione! (Avete capito bene dal 30% al 50%!) Ma torniamo al nostro ragionamento…

Un esempio: Se la Gestione Separata acquista un titolo a 1.000 euro, questo titolo sarà valorizzato a 1.000 euro fino a quando verrà venduto, anche nel caso in cui il “valore di mercato” reale del titolo dovesse oscillare.

 

La Gestione Separata non resta però sempre allo stesso valore, come potrebbe apparire.

 

Il valore cambia grazie ai rendimenti (per esempio, le cedole incassate) che vengono generati dai titoli in portafoglio e che fanno aumentare valore alla Gestione Separata. Il valore cambia anche quando il titolo viene venduto: la plus o minusvalenza si trasferirà sul valore della Gestione Separata, generando un guadagno o una perdita. Sta quindi all’attività del gestore selezionare in modo attento i titoli in cui investire.

 

Le Gestioni Separate, a differenza degli altri prodotti finanziari, non hanno un valore di quota pubblicato giornalmente o settimanalmente sui quotidiani.

 

All’inizio di ogni anno, viene calcolato il rendimento per l’anno solare che si è concluso; questo rendimento viene prima certificato da una Società di Revisione contabile che ne attesta la correttezza, poi viene pubblicato sui principali quotidiani a diffusione nazionale e sul sito internet della Compagnia e quindi riconosciuto agli Investitori. 

Cosa succede se i tassi d’interesse iniziano a salire?

Succede che i prezzi dei titoli  scendono anche di oltre il -10-20% a seconda del sottostante e delle scadenze.

E cosa succede se i sottoscrittori possono riscattare liberamente in un mercato dove magari il rendimento offerto da queste gestioni separate, a fronte dell’andamento dei tassi, diventa meno della metà (anche per effetto delle commissioni trattenute dalle compagnie) di quello che è possibile ottenere con l’acquisto diretto dei titoli di Stato, che sono la maggior parte dei titoli contenuti in queste gestioni?

Succede che le compagnie per liquidare chi vuole riscattare saranno costrette a vendere i titoli di Stato/obbligazionari al prezzo di mercato (ad un valore inferiore a seguito del calo del prezzo), con potenziali minusvalenze che colpiranno potenzialmente i sottoscrittori ultimi a riscattare, oltre ai i bilanci delle compagnie.

Proprio in quei momenti la banca vi chiama per proporvi di incrementare i soldi investiti tramite incentivi o sconti di costi. Gli incentivi ovviamente sono non solo per i clienti, ma anche per chi colloca il prodotto e proprio perché ne hanno bisogno per le serie difficoltà che corrono, e perché se in quel periodo entra denaro fresco la compagnia acquisterà titoli a maggior rendimento cedolare che servirà in futuro per mantenere il carrozzone con tutti i suoi costi.

Quello che è successo alla compagnia Eurovita nel 2023 ne è stato un esempio.

 

 

In quel frangente il prodotto aveva visto notevoli deflussi dovuti ai riscatti di tanti clienti, legati anche ai bassissimi rendimenti riconosciuti ai clienti, e quando ‘gli ultimi’ si sono trovati a voler disinvestire a loro volta quanto depositato, per necessità (acquisto di una casa, di una vettura, bassi rendimenti o semplicemente per timore viste le voci che stavano circolando) si sono visti bloccare la richiesta di riscatto a seguito del “congelamento”, da parte della società, della polizza.

La compagnia ha bloccato i riscatti per evitare che il cliente si vedesse riconoscere un minor valore rispetto a quello versato sull’investimento, di contro, non ha potuto riprendere i propri soldi.

Bene, ma non benissimo quindi.

Vi sono, inoltre, altri aspetti da prendere in esame quando si valuta un investimento in un prodotto come questo e precisamente:

L’esenzione da imposta di bollo
In Italia, le gestioni separate sono esenti dall’imposta di bollo, un’imposta annuale dello 0,2% applicata ai prodotti finanziari.

La tassazione agevolata
La tassazione dipende dalla composizione del portafoglio. I titoli di Stato, spesso predominanti, sono tassati al 12,5%, rispetto al 26% di altri investimenti quindi quella che è da considerare è un’aliquota sintetica che è all’incirca una via di mezzo tra le due tassazioni.

L’impignorabilità e insequestrabilità
L’art. 1923 c.c. stabilisce che le somme dovute dall’assicuratore non possono essere soggette ad azioni esecutive o cautelari. Tuttavia, la giurisprudenza recente ha rivisitato questo principio, basando l’impignorabilità e insequestrabilità sulla natura del contratto e la finalità previdenziale.

La natura del contratto assicurativo
Un contratto è considerato assicurativo se comporta il trasferimento di un rischio aleatorio. Le polizze senza prestazione in caso di morte, come unit linked e multiramo, sono più a rischio di essere considerate non assicurative, da valutare caso per caso dal giudice.

La finalità previdenziale
La finalità previdenziale è legata all’età dell’assicurato. Le polizze a premio unico stipulate in età avanzata sono meno giustificabili come previdenziali. La buona fede, l’assenza di debiti preesistenti, la copertura del rischio demografico e la coerenza del prodotto con il profilo di rischio sono fattori determinanti.

Le polizze a premio unico e i fondi pensione garantiti
Le polizze a premio unico stipulate in età avanzata sono più a rischio di essere considerate non previdenziali. Molti fondi pensione offrono comparti garantiti, che combinano gestione separata e vantaggi dei fondi pensione. Un consulente finanziario esperto può fornire consigli sulle soluzioni di pianificazione pensionistica o successoria.

L’esenzione da tasse di successione
Il capitale liquidato ai beneficiari in caso di morte dell’assicurato non rientra nell’asse ereditario e non è soggetto all’imposta di successione, come stabilito dall’art. 19 del decreto legislativo 346/1990. Solo i rendimenti maturati sulla polizza sono tassati.

 

Una delle regole basilari della finanza è sapere dove si mettono i soldi.

 

E’ importante che la persona che avete davanti, quella che vi propone un prodotto e gestisce i vostri risparmi, vi spieghi dove questi vengono investiti ed il perchè vengono investiti proprio in quello strumento finanziario nonché del perchè il timing di investimento su quello specifico prodotto sia corretto.

In poche parole, che vi faccia una corretta educazione finanziaria.

La soluzione adatta a chi scappa dalle cattive esperienze passate non sta nella ricerca del prodotto miracoloso. Al contrario rendimento e sicurezza si possono altrettanto ottenere impostando una pianificazione finanziaria, come fosse un vestito su misura cucito da un abile sarto. Grazie ad una formazione finanziaria o all’aiuto di un consulente finanziario concetti come volatilità, rendimento atteso, diversificazione faranno parte di un bagaglio di conoscenze che porteranno l’investitore consapevole ad ottenere rendimenti nettamente migliori nel lungo periodo senza incorrere in inutili rischi.

 

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